Motta, bruciato il manifesto della sede del M5s «Non è solo gesto stupido: è un'intimidazione»
A scoprirlo è stato un attivista di Motta che, questa mattina, intorno alle 7.45, è stato contattato su Facebook da un conoscente che gli segnalava il manifesto bruciato. Il cittadino, poco dopo, è andato nella sede di piazza Umberto I, la piazza principale del Comune, ed effettivamente ha scoperto un mucchietto di cenere dove prima c'era l'affissione sul referendum. «Fino a questo momento, non si è fatto avanti nessuno che dica di avere visto qualcosa - prosegue Greco - Noi abbiamo formulato una denuncia ai carabinieri e speriamo che si riesca a fare luce su un fatto che, certamente, non ci intimorisce».
Quali possano essere i motivi alla base di un gesto simile, esclusa la matrice stupidamente goliardica, non è facile dirlo. «Io siedo in Consiglio da tre anni e porto avanti la nostra politica onesta, fatta anche di controllo sulla gestione dell'amministrazione». E poi c'è la questione della campagna elettorale, con le Regionali che si avvicinano e la competizione politica che si fa sempre più incalzante. «Noi sosteniamo con tutte le nostre energie il candidato Giancarlo Cancelleri, ma in paese sono in tanti a fare attività. Forse il nostro impegno elettorale a qualcuno non fa piacere?».
Da Motta Sant'Anastasia arrivano la candidatura all'Ars del sindaco Anastasio Carrà, candidato della Lega a sostegno di Nello Musumeci, e quella del consigliere comunale e attivista No discarica Danilo Festa, a supporto di Claudio Fava governatore nella lista Cento passi per la Sicilia. Ma dal Comune mottese, in realtà, sono tante le energie politiche che si muovono. Anche al di là degli schieramenti rappresentati dai due candidati. In piazza Umberto I, comunque, come si legge nella denuncia presentata dai pentastellati, ci sono le telecamere di sorveglianza. Ed è su quelle che gli attivisti puntano per fare chiarezza e capire cosa sia accaduto. Altri sospetti, al momento, non ce ne sono.
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