Caso Cocuzza/Sigonella: Chiesto l'intervento del prefetto di Catania, Maria Guia Federico


«Gli Stati Uniti ignorano completamente le sentenze che impongono il reintegro, per questo ci hanno costretto a procedere con il pignoramento - spiega a MottaToday Carmelo Cocuzza - Che però abbiamo sospeso per ben tre volte a marzo perché si sperava in un accordo». Un intento, spiega l'ex vetrinista, andato in fumo a causa di serie proposte mai ricevute e di nuove citazioni in giudizio inviate direttamente dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, attraverso il suo ufficio per il contenzioso europeo. «Abbiamo bloccato tutto perché a giugno mi hanno notificato alcuni procedimenti nei quali si chiedeva al giudice di annullare il pignoramento e di inibirmi per futuri pignoramenti».

Ed è così, secondo le parole del dipendente, che il giudice avrebbe provato a procedere con una conciliazione senza però ricevere la quantificazione di una cifra da parte del legale difensore della base militare. «Gli Stati Uniti non hanno mai parlato di una cifra, per questo il tentativo di conciliare gli interessi è fallito».
Mi chiedo ancora - osserva Cocuzza, 50 anni – dopo 16 anni che ‘combatto’ questa battaglia legale, cosa devo ancora fare perché un mio diritto venga riconosciuto, mentre questi continuano a ‘perseguitarmi’ nonostante sono stati condannati più e più volte”.
Per questo Cocuzza ha chiesto con lettera del 22 agosto al prefetto di Catania, Maria Guia Federico, “Un intervento urgente con i ministri della Giustizia e degli Esteri: esistono trattati internazionali e bilaterali con gli USA che -sottolinea Cocuzza - impongono l’obbligo del rispetto delle nostre leggi e della nostra giurisdizione”.
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